#EnergieNove del Governo, firmato il Decreto rinnovabili 

  • Pubblicato il: 24/06/2016 

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Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha firmato l’atteso Decreto per l’incentivazione delle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico‎ in occasione della conferenza stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 23 giugno. Per andare verso la neutralità tecnologica, ha commentato il neo-ministro, “questa era l’ultima occasione per fare un ragionamento industriale”.

Così a palazzo Chigi il Presidente, Matteo Renzi, annuncia la strategia delle “#EnergieNove” del Governo, una "nuova strategia verde" con la partecipazione degli amministratori delegati di Eni, Claudio Descalzi, di Enel, Francesco Starace, e di Terna, Matteo Del Fante.

 

I nuovi incentivi non impatteranno ulteriormente in bolletta, essendo erogati nel rispetto del tetto complessivo di 5,8 miliardi di euro annui.

 

Il DM mette a disposizione, a regime, oltre 400 milioni di euro all’anno a favore dei nuovi impianti che verranno selezionati nel 2016. Il periodo di incentivazione avrà durata di vent’anni (venticinque per il solare termodinamico). E nel complesso verranno investiti nelle energie verdi circa 9 miliardi di euro nel ventennio.

 

Gli incentivi verranno assegnati attraverso procedure di aste al ribasso differenziate per tecnologia per gli impianti di grandi dimensioni (con potenza maggiore di 5 MW), mentre gli impianti inferiori a tale soglia dovranno chiedere l’iscrizione ad appositi registri o accesso diretto per i piccoli impianti. Lo schema di Decreto era stato preventivamente vagliato dalla Commissione Europea per garantirne la compatibilità con le linee guida sugli aiuti di Stato in materia di energia e ambiente e approvato dalla Conferenza Unificata a novembre dello scorso anno.

 

Il Decreto prevede incentivi specifici per ciascuna fonte. E sulla base delle previsioni di sviluppo industriale del settore, alle tecnologie “mature” più efficienti, ovvero quelle fonti a basso costo più vicine all'equilibrio economico come l’eolico e l’idroelettrico, viene assegnata circa la metà delle risorse disponibili; La restante parte è equamente distribuita tra le tecnologie ad alto potenziale, con forti prospettive di sviluppo e penetrazione sui mercati esteri (come il solare termodinamico), e alle fonti biologiche il cui utilizzo è connesso alle potenzialità dell’economia circolare.

 

La Tabella sottostante riporta, per ciascuna fonte, il contingente di potenza incentivabile e la spesa prevista, nonché il razionale della scelta compiuta.

Fonte

 Mln euro

 MW

 Razionale

 Eolico on-shore

 85

860

Si tratta di un settore a basso costo incentivo, che ha dimostrato di poter
sviluppare un’ampia concorrenza sulle procedure di accesso. Gli investimenti
promossi hanno elevate ricadute sulla supply chain nazionale di impianti e
componentistica.

 Eolico off-shore

 10

30

La previsione consente di recuperare investimenti già avviati nel settore e
sperimentare il regime di aiuto su una tecnologia non diffusa in Italia.

Idroelettrico

 61

80

Come per l’eolico, si tratta di una tecnologia a costo di incentivazione
relativamente basso, con un buon potenziale di crescita soprattutto di piccoli
impianti e buone ricadute sulla filiera nazionale.

Geotermico

 37

50

E’ un settore in cui l’Italia vanta una indubbia leadership internazionale. Oltre
alla geotermia tradizionale, il decreto indirizza il sostegno in modo prioritario
verso tecnologie innovative a basso impatto ambientale.

Biomasse

 105

90

La valorizzazione energetica di scarti e residui rappresenta un’importante
modalità di integrazione tra agricoltura ed energia e di promozione
dell’economia circolare con positive ricadute sull’economia territoriale.

Rifiuti

 10

50

Si offre uno strumento per la chiusura del ciclo rifiuti, nel rispetto della
gerarchia europea di priorità di trattamento.

Solare
termodinamico

 98

120

Sostegno a tecnologie innovative, su cui il nostro Paese ha sviluppato
importanti brevetti, con forti potenziali di sviluppo su mercati esteri.

Rifacimenti

 29

90

L’obiettivo è il mantenimento in efficienza della potenza (in particolare eolica e
idrica) esistente, a costi contenuti e con un miglioramento dell’efficienza
impiantistica e senza ulteriori impatti ambientali.

Totale

 435

1.370

  TOTALE PERIODO: 9.000 

La nuova sfida di Eni in Italia, ha ricordato Descalzi, è la trasformazione “di 4 mila ettari bonificati e già predisposti, terreno ideale per portare fotovoltaico in prima fase”. Per i progetti di Eni nelle rinnovabili “inizieremo a parlare con le Regioni, approveremo gli investimenti a settembre e si partirà a inizio 2017”, ha aggiunto. Descalzi ha precisato che si partirà con due siti in Sicilia, due in Sardegna e uno a Manfredonia, tutti dedicati al fotovoltaico e “si creeranno posti di lavoro”. Gli investimenti globali, ha ricordato Descalzi, andranno da 700 milioni ad un miliardo. “Nel lungo termine stiamo parlando con il ministero dell'Ambiente per fare un protocollo che copra tutta questa attività e dia una ricaduta sulle Regioni”, ha aggiunto. Nell'offshore, ha continuato, ci sono “100 piattaforme di cui 25 piattaforme sono di passaggio e stiamo già installando pannelli solari”, mentre “il fv lo abbiamo già fatto, ma faremo l'eolico e arriveremo anche allo sfruttamento dell'energia marina. Abbiamo circa 3 mld di costi di dismissioni”, ha concluso l'a.d. di Eni.

 

Per il Gruppo ENEL, con oltre 380 impianti in fonti rinnovabili per una potenza installata superiore a 3000MW, “il 50% della crescita degli investimenti di Enel sono per la crescita delle rinnovabili”, ha affermato l’ad Francesco Starace. Precisando poi che i piani di investimento dell’azienda prevedono circa 2,2 miliardi di investimenti nelle reti (smart city, contatori digitali e collonnine per ricarica elettrica); circa 2,2 miliardi di investimenti sulle rinnovabili, di cui 500 milioni in geotermia in 5 anni (per 120MW a cui si aggiungeranno in futuro altri 120 MW). Poi interventi di ammodernamento dei parchi eolici e fotovoltaici. Per il fotovoltaico si tratta di tratta operazioni di consolidamento e acquisizione di parchi esistenti per circa 1000 MW (anche con installazioni storage). A cui si aggiungerà presto il segmento del fotovoltaico retail domestico, con i sistemi di accumulo.  Per le biomasse ENEL guarda alle operazioni di riconversione degli ex-zuccherifici, con 70 MW di nuovi impianti, che si aggiungono ai 15 MW dell’impianto di Finale Emilia. Poi, la trasformazione di 23 siti produttivi di centrali in riconversione con un investimento di 200 milioni tra bonifiche e demolizioni, più i futuri investimenti per i singoli siti.

 

Per  Terna, con 72.000 km di reti elettriche (e un controvalore di 13 miliardi), l’ad Del Fante, ha detto che “l'Italia è un hub elettrico a trazione rinnovabile nel Mediterraneo”. Così i 25 progetti di interconnessioni nati come linee di approvvigionamento diventano oggi canali strategici per esportare l’energia prodotta. E ha spiegato che Terna ha “sei nuove linee di collegamento con l'estero. Stiamo lavorando a due progetti avanzati, uno in Francia un collegamento sotto il Frejus e collegheremo i Balcani via Montenegro. Poi Stiamo lavorando ad una linea con la Svizzera, l'Austria e abbiamo iniziato i lavori di collegamento verso Sud, verso la Tunisia”. Infine, parlando poi della filiera italiana e del lavoro di squadra, Del Fante ha concluso che “cerchiamo di esportare la filiera, il 95% del capex di Terna finisce a imprese italiane”.

Allegati:

-  il nuovo DM sulle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico

-  bozza del DM

Approfondimenti:

- conferenza stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 23 giugno.

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