Bio-combustione da biomasse 

Ai sensi della legislazione comunitaria (Dir. 2001/77/CE) e nazionale (D.Lgs 387/03) sull’incentivazione delle fonti rinnovabili, con il termine “biomassa” deve intendersi “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.

La definizione include una vastissima gamma di materiali, vergini o residuali di lavorazioni agricole e industriali, che si possono presentare in diversi stati fisici, con un ampio spettro di poteri calorifici. In funzione della tipologia di biomassa e quindi della
tecnologia più appropriata per la relativa valorizzazione energetica, così come a seconda della taglia di interesse e degli usi finali
dell’energia prodotta, termici e/o elettrici, è possibile orientarsi verso una pluralità di soluzioni impiantistiche. La combustione
diretta della biomassa, in forni appositi, ne comporta una ossidazione totale ad alta temperatura. Essa può essere condotta
secondo differenti tecnologie: in sospensione, su forni a griglia fissa o mobile, su letto fluido.

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